Da chi andremo?

A noi che ci avviciniamo alla fine di nostri giorni, avendo perso la compagna della vita, ci viene spontaneo chiedere dove andremo e da chi andremo, specie se ci sono molti ricordi è una domanda che si rivolgono tutti quelli che hanno cercato di rispettare i comandamenti ed hanno come guida carità ed amore.


Gesù disse che avrebbe dato da mangiare il suo corpo e bere il suo sangue, e      Pietro, intervenendo disse : Signore tu hai parole di vita eterna. Le parole, infatti, che dalla terra vanno alla terra, appartengono al destino della terra.

Le parole di Gesù sono spirito e vita perché vengono dal cielo. Sono parole di vita eterna perché esprimono l’ eternità, perché contengono le parola di quella vita che non ha fine, perché la vita è Dio e si concretizza nell’essere onesti sul lavoro, perdonare se si sta più in alto, si ha una santa vita familiare, si ha cura di malati terminali.


In base alla teoria quantistica le nostre anime sono contenute in microtubuli situati all’interno dei neuroni e quindi non muoiono. Quindi la morte non è la fine della vita, è un aspetto della vita. Non ne è l’opposto, è solo una fase. L’anima è il programma del computer del cervello, della coscienza.


Gli egiziani, furono i primi ad occuparsi storicamente della morte, erano convinti di una vita dopo la morte e mummificavano i loro morti, nella speranza di una ipotetica resurrezione. Ma non era il corpo che continuava la vita, ma il Ba, ossia l’anima, e, per ricordare i grandi faraoni, i sommi sacerdoti, costruirono immense Piramidi, tra i monumenti eterni più fotografati e ammirati nel mondo.

Cinquecento anni prima di Gesù Cristo, anche Budda sosteneva che l’anima era immortale e tornava a vivere in esseri nascenti secondo l’esistenza che aveva condotto il vecchio possessore. Arrivando a far rinascere animali se quella persona aveva avuto una esistenza peccaminosa,. o a far rivivere individui migliori, se la persona avesse fatto opere di bene. Solo vincendo il dolore della perdita di coloro che abbiamo amato, la morte ci permette di ricordare i bei momenti della vita vissuta.


Vita e morte sono,quindi, solo due fasi di un continuum.


Attraverso la Bibbia, invece, e le Sacre Scritture, le parole di Dio, mostrano l’immenso dono che il Signore ha avuto per tutta la creazione e per ciascuno di noi.
Lui ci vuole bene,ed ha un piano tutto suo volendo che noi trascorressimo l’eternità con Lui, e, per dimostrare quanto grande è il suo amore per noi, ci ha dato la vita del suo figlio, senza che noi lo meritassimo, per riscattarci dalla maledizione del peccato.


Purgatorio, inferno, come nella Divina Commedia di Dante Alighieri, sono stadi di preparazione alla ascesa nel Paradiso,perché, alla fine anche i diavoli saranno accolti dal Signore.