Significato del Natale

Natale è povertà. Si fanno code per accaparrarsi i regali più inutili,i giocattoli che durano qualche ora. Ci si rimpinza con pranzi che ci lasciano un gran mal di testa, e quella pesantezza poi, a molti, impedisce di andare alla commovente Messa di Mezzanotte.

Tutti lo vorremmo trascorrere in montagna, con la presenza di zampognari in chiesa,con una spolverata di neve, senza continuare a scambiarci regali che non sappiamo dove mettere, ed attentare alla nostra salute con le solite leccornie : Panettone, Pan d’oro, Pan dolce, cioccolata, mostaccioli, ecc…

Nella vera natività, che può essere rappresentata solo dal presepe, tutto è simbologia.

La grotta, la stalla, rappresentano la povertà, la miseria.

Giuseppe è la bontà d’animo perché, anziché essere geloso e ripudiare Maria, si inchina a Dio, accettandone la volontà.

Il bue rappresenta la mansuetudine, ed al tempo stesso il principio generativo, in Egitto era sacro come simbolo di fertilità e fecondità, e la forza sessuale, rappresentata dal Toro.

L’asino rappresenta l’istinto, la natura inferiore dell’uomo.

La loro presenza, nella stalla, ha un significato molto profondo: alitando sul Bambino Gesù, lo riscaldano, Ma il soffio è vita ed è una reminiscenza del soffio con il quale Dio ha dato, al primo uomo, l’anima.

L’uomo. Si sa, è stato tormentato sempre da queste domande Chi è? Da dove viene? Dove va? Che senso ha la vita?

Il mistero del Natale rompe, con il Bambino, questa solitudine e ci riporta a pensieri d’amore, di vita, di fratellanza.

Platone pensava che l’uomo fosse solo ragione, e che questa è una povera zattera che non conosce la vera realtà, in quanto l’uomo come all’interno di una caverna, dove può vedere l’ombra delle cose che sono all’esterno.

Nel mistero del Natale, io penso, l’aspirazione del filosofo diventa realtà.

Con l’attuale nevicata, e le diminuite enormi spese consumistiche, che sono il segno di un imperante materialismo, mi auguro che si ritorni, un poco, al vero Natale.