Dio non fa differenze fra embrione e bambino

Il nostro Papa, Benedetto XVI, nel dire che la vita è sacra, ha fatto sua la considerazione che “l’embrione è come un figlio, ed ha diritto alla vita”.

Ha infatti affermato che l’amore di Dio non fa differenze tra il neo concepito, ancora nel grembo della madre, od il bambino, od il giovane, o l’uomo maturo, o l’anziano.

E’, infatti, che, all’atto della fecondazione, avviene il mutamento sostanziale, e si costituisce un nuovo essere umano, con un patrimonio genetico individuale ed irripetibile, che gli consente di essere soggetto attivo della propria costruzione.

Il fatto che lo zigote contenga l’informazione genetica necessaria, è sufficiente a determinarne lo sviluppo.

L’inizio della vita di un individuo, dotato di codice genetico, DNA, è l’incontro tra uno spermatozoo maschile ed un ovocita femminile, che avviene, generalmente, nel quattordicesimo giorno del ciclo mestruale.

E’ come seminare un chicco di grano in un terreno già predisposto. Ne nascerà, potenzialmente, una spiga, ma sarà un delitto zappare il germe appena nato.

Piuttosto è da considerare la fase del pre-embrione, che è un espediente per salvare certe posizioni permissive, esempio la pillola del giorno dopo, ossia dei primi sei giorni di vita, quando l’embrione non si è ancora impiantato nel grembo materno, in quanto non sappiamo esattamente quando inizia la vita umana del singolo.

Ma una volta impiantato, è un reato non difendere il valore assoluto della vita, che va difesa nel bambino, nell’adulto, così come nell’embrione.

Ogni madre, da me interrogata, che ha interrotto la sua gravidanza per motivi di convenienza, comodo, non mossa da seri motivi medici, se ne è sempre pentita, per tutta la vita, perché in noi c’è una voce superiore, divina, che è la nostra coscienza che, anche a distanza di tempo, si fa sempre sentire, dandoci continui rimorsi.

Né medici, né filosofi, possono sopprimerla, seppur con sofismi, col dire che l’embrione non è ancora una persona, o non ha ancora l’anima o l’autocoscienza. Né luminari di diritto sostenendo che tutti i diritti si determinano solo con il venire lla luce, o con la data di nascita.

Nell’ultima guerra mondiale, durante l’occupazione tedesca della civilissima Norvegia, molti furono i bambini che, volontariamente od involontariamente, nacquero con l’occupazione, ma il governo norvegese accolse tutte le ragazza madri in verdeggianti nurserie, ora alberghi da noi ammirati, crescendone tutti i bambini, per non impedire che la vita avesse il suo corso.

Naturalmente, questo è anche il mio punto di vista.