Le radici dell’Europa ed il suo futuro

L’Europa non ha veri confini geografici. È la parte ad ovest degli Urali de continente Euroasiatico e le sue frontiere politiche sono state sempre mutevoli.

Se, quindi, non vogliamo ridurci all’attuale mercato comune, con una unica moneta l’Euro, nel tentativo di combattere le inflazioni dei diversi stati, dobbiamo scoprire le sue storiche radici culturali, religiose.

Sono queste, tenendo presente le continue vicende belliche succedutesi da quando, cinquemila anni addietro, da Ittiti lasciammo le terre comprese fra il Mar Nero ed il Caspio, che ci daranno la consapevolezza di un destino comune: Greci, Macedoni, Celti, Etruschi, Galli, Latini, Angli, Sassoni, Daci, Parti, tanti altri popoli che, poi, con i Romani, hanno scritto la Storia.

Iniziamo dal suo nome: Europa, nome che deriva dalla bellissima principessa, figlia di Agenore, re fenicio di Sidone e Tiro.

Giove se ne innamorò, trasformatosi in un bianco toro, per poterla rapire, invitando la fanciulla a salirgli in groppa per una passeggiata. Invano il padre rincorse l’animale, per riprenderla.

Passiamo, quindi, alla vera rivoluzione culturale operata in Grecia, nel V secolo a.C., con la civiltà dei concetti razionali, delle idee astratte, del metodo dialettico, della maieutica di Socrate, come primo fondamento dell’anima Europea.

La domanda cosa intendi dire, che cosa è? Fu il primo sintomo di una rivoluzione del pensiero perché venne ad interrompere le piacevoli narrazioni poetiche dell’Iliade e dell’Odissea di Omero.

La cultura arcaica era fondata, infatti, sull’oralità, sulla ripetizione, sulla memoria: la poesia era il principale veicolo di trasmissione di conoscenze storiche, politiche. Un poco come il menestrello delle corti feudali, od il cantastorie siciliano che faceva partecipare, emotivamente, ad eventi d’arme, epopee.

Naturalmente, con la diffusione della scrittura, iniziata con i ventidue caratteri dai Fenici, navigatori, commercianti che avevano bisogno di intendersi con tutti, troviamo le primissime radici della identità Europea. Furono i Greci, poi, ad ereditare i caratteri fenici, che iniziarono a stabilire che bisognava conoscersi, rivelare i propri sentimenti, cioè l’anima , di cui il corpo sostenevano essere solo uno strumento. La cultura Greca, strano a dirsi, pur con il suo politeismo, fu all’origine del messaggio cristiano.
I pensatori cristiani, infatti, presero dai Greci, il concetto di anima, con una innovazione: per il Cristianesimo, l’uomo è una persona come anche il Cristo che instaura un rapporto di amore, di agape, con ciascuno degli uomini.

Con la venuta di Cristo, il Logos si incarna e prende corpo, così dal cosmo centrismo greco, si passa all’antropocentrismo cristiano. Ricordiamo che, per Platone, il corpo era solo una prigione. Le divinità greche dovevano essere amate, e non potevano amare chi le amava.

Il Cristianesimo, quindi, secondo noi, diventò l’asse portante su cui si sviluppò l’Europa. Senza il Cristianesimo, se ne va molta parte della nostra cultura. Pericolo che stiamo correndo con la televisione: tutto è nell’immagine, nella pubblicità.
Potremmo dire: quod non est in libris, non est. Ciò che non vedi, non esiste. È come paragonare i “mitos“ di Omero, al progresso del “logos“ di Platone.

L’imperatore Costantino fece del cristianesimo una cultura, con il Compito di dare coesione ad una società vicina alla disgregazione, ma non previde la profonda divisione che si sarebbe creata fra Roma e Bisanzio.
Desideriamo ricordare, perciò, Carlo Magno che, nella notte di Natale, dell’anno 800, fu incoronato da Papa Leone II, imperatore del Sacro Romano Impero, stava per riuscire a creare una prima Europa.

L’ultima ipotesi di una unificazione europea si ebbe nel cinquecento con Carlo V D’Asburgo, Re di Spagna, Arciduca d’Austria, sulle cui terre non tramontana mai il Sole, Imperatore del Sacro Romano Impera Romano-Germanico, che avrebbe evitato la nascita degli stati nazionali, ed il disastro delle tante guerre succedutesi.

Nell’anno 2007, il 25 Marzo, a Berlino, c’è stata la celebrazione del trattato di Roma, con il quale sei paesi : Francia, Germania, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Italia, gettarono le basi del primo progetto di integrazione europea, creando la CEE, CEEA, le Unioni Doganali, l’Euro, arrivando all’unione delle attuali 28 Nazioni, con oltre 500 milioni di cittadini, in attesa di altre future aperture, che ricostituirebbero l’antico Impero Romano di Oriente ed Occidente.

Ma uno Stato, come sosteneva Platone, non è che l’immagine specchiata ed ingrandita delle immagini degli uomini che lo compongono. Una vera Federazione viene realizzata, in primis et ante omnia, dalle interiorità degli uomini e dei suoi cuori. La casa Europea, perciò, con può essere realizzata se non dall’orgoglio di sentirsi Europei, per aver dato più di tutti al mondo, trovando un futuro che sappia restituirci quella perduta unità.

N.B. I 5 Paesi che, al momento, hanno fatto richiesta di entrare a far parte nella Comunità Europea, UE, sono Albania, Macedonia, Serbia, Montenegro, Croazia. Le condizioni sono : Principio di Libertà, democrazia, stato di diritto.
Paesi solo di Libero scambio, EFTA, sono: Irlanda, Svizzera, Liechtenstein, Norvegia.