Enuma Elis

E’ il testo scritto più antico mai documentato sulla Creazione. E’ un poema Teogonico e Cosmogonico, in lingua accadica, che fa parte della tradizione religiosa Babilonese, e tratta, in particolar modo, del Mito della Creazione e delle imprese del Dio Marduk. Può considerarsi, infatti, la Genesi della mitologia Babilonese.

Dal punto di vista letterario, ha un linguaggio altamente poetico che fa pensare a persone molto colte, riscontrabile nel poema : La Creazione

Quando lassù
Il cielo non aveva ancora nome.
E quaggiù la terra ferma
Non era ancora chiamata con un nome.
Soli, Apsu il primo,
Loro progenitore,
E madre TIAMAT,
Genitrice per tutti loro,
Mescolavano insieme,
Le loro acque:
Ne banchi di canna vi erano ancora raggruppati,
Ne canneti vi erano distinguibili.
E mentre degli dei
Nessuno era ancora apparso,
Essi non erano né chiamati per nome,
Ne definiti da un destino,
in APSU- TAMAT alcuni dei
Furono creati :
LAHMU e LAHAMU apparvero
E furono chiamati per nome
Prima che fossero divenuti
Grandi e forti,
furono creati ANSAR E KISAR,
che erano loro superiori.

L’Enuma Elish, o Poema della Creazione, veniva declamato dal Gran Sacerdote, Lurigallu, verso sera, davanti alla statua di Ball, in persona di Marduc, divenuto il Dio nazionale.

Anu, dio della volta celeste, infatti, considerato il capo degli Dei, aveva generato EA, il più potente dei suoi futuri fratelli. Ma EA ebbe ad uccidere Apsu, ed unendosi a DAMKINA, generarono Marduc che, da uomo, superò tutti in forza ed intelligenza, fin dalla nascita, tanto che Anu decise di regalargli i quattro venti.

Specifichiamo che APSU era il padre di tutto il cosmo, e rappresentava le acque dolci dell’abisso. TIAMAT, invece, la madre, e rappresentava le acque salate: è, infatti, l’acqua a permettere la vita nei mari che svilupparono quella vita complessa che è all’origine di tutte le specie viventi.

Un po’più tardi nel tempo, c’è la rassomigliante mitologia Greca : Kronos Giunone, Giove e altri Dei, corrispondenti ai Pianeti, con il nome degli dei minori, esempio : Marte, Venere, e.p.c..

Ogni divinità, quindi, rappresentava un carattere naturale nel conflitto fra Marduc e Tiamat. Il primo rappresentava la primavera, la secondo l’inverno.

Il mito si celebrava un primavera, per propiziare il favore degli dei sulle seminagioni e,quindi, anche le prime divinità, che si riferiscono all’acqua, potrebbero avere un significato legato al ciclo delle stagioni

I loro nomi, le loro alleanze, le loro uccisioni coincidono, incredibilmente con i moti dei corpi celesti, con le loro orbite, le loro collisioni.

Derivando da versioni Sumeriche più antiche, i babilonesi, che si possono considerare i loro prosecutori, conoscevano perfettamente il Sistema Solare, le sue origini, i cambiamenti . Conoscevano anche qualcosa che , ancor oggi stentiamo a credere: un pianeta che ogni 3600 anni si avvicinava alla Terra, chiamato Nibiru, molto più progredito, i cui alieni, dal nome Anunnaki, dalla statura gigantesca, dovrebbero essere scesi sulla terra, e, unendosi con le donne, avrebbero contribuito alla evoluzione dell’uomo o alla presenza di di maggior statura.

I Sumeri di cultura superiore, furono i primi, soprattutto per ragioni amministrative e contabili, a servirsi di una scrittura dall’aspetto cuneiforme, tracciata su tavolette di argilla. Ma, improvvisamente scomparvero a causa del vento di Ur, una inondazione del fiume Eufrate, ( secondo altri una esplosione atomica di cui si trovano tracce anche nella Bibbia.), secondo altri dall’invasione di popoli vicini, amorrei, caldei, accadi.

La capitale dei Sumeri, ricordiamo, era Ur, ed i templi erano le zigurrat, ossia una specie di torri che si proiettava verso il cielo e fin dall’inizio vi furono molte altre città sumere come Uruk, Babel, Eridu, Ninive, che si governavano autonomamente, ma finirono assorbite dai Babilonesi e dagli Assiri.

La ragione, forse che, accettando, molte delle tribù straniere, limitrofe, i Sumeri persero col tempo la loro identità. Ma è certo che la loro superiore cultura si distribuì in tutti popoli che subentrarono. E’ il caso di Abramo, capostipite e patriarca degli Ebrei, padre di Ismaele ed Isacco.

Ma questa è un’altra storia.