La nascita del celeste impero

Dal 22 settembre, al 28 gennaio 2007, presso le Scuderie del Quirinale, in Roma, è stato allestito uno spazio espositivo dal titolo: Cina, nascita di un Impero.

Della storia dei Sumeri, degli Egizi, degli Assiri, dei Babilonesi, degli Accadi, dei Medi, degli Ittiti, dei Greci, degli Etruschi, dei Romani, ci sono  infiniti testi di divulgazione. La Cina, per me, era un mondo quasi sconosciuto, soprattutto del suo passato, il passato di una civiltà antica e complessa, di quella che è la nazione più popolosa del mondo, e che ora è anche alla ribalta della politica e dell’economia mondiale.

La mostra illustra l’arte e la storia cinese dal XI secolo a.C., sino al 23 a.C., con un percorso cronologico, a ritroso nel tempo. Le autorità dello Shanxi hanno, quindi, allestito questo grandiosa mostra per testimoniare il rapporto che esiste da secoli, tra quei due popoli che hanno ospitato, nella storia, gli imperi più estesi e duraturi , rapporto cementato dagli unici stranieri raffigurati nel loro Museo del Terzo Millennio: Marco Polo ed il gesuita Padre Matteo Ricci. Una civiltà trimillenaria, quindi, che conoscevamo solo parzialmente, attraverso qualche film, ma che è una delle più importanti del pianeta.

La prima sala ci accoglie, in una penombra diffusa, con 56 piccole statue in terracotta, ritrovate nelle tombe dell’imperatore Huan, e sua moglie, del II secolo a.C.. Cavalli e cavalieri, fanti e soldatesse, come allineati per una parata militare, con i loro corpi ignudi, una volta coperti di stoffa, e le loro facce, l’una diversa dall’altra, che splendono fievolmente, nell’oscurità dell’ambiente, assieme a preziosi ornamenti, come una veste di giada, composta da 4000 tessere cucite con fili d’oro, il cui fine era preservare anima del defunto. Quindi i guerrieri di un esercito, tutti di terracotta, dei loro destrieri, assai più grandi del naturale, con al seguito i dignitari, tutti di straordinario impatto visivo.

Il secondo plano è interamente dedicato alle culture preimperiali, ai magnifici bronzi, come le campane monumentali ed i porta tamburi di varie fogge, a uccello con le corna di cervo, o a nido, con draghi e serpenti.

Splendidi, poi, gli oggetti provenienti dalla tomba del marchese Yi di Zeng, tra cui il cervo ed un sarcofago di legno, laccato di nero e rosso, con infiniti segni misteriosi.

Lo stupore ci ha spinto, a questo punto, a saperne qualcosa di più, ed abbiamo appreso che, nella storia cinese è fondamentale, soprattutto, una data: quella del 221 a.С.

Prima di allora, la Cina era divisa in tanti stati feudali, i quali si combattevano senza quartiere, sanguinosamente. Epoca questa detta degli ” Stati combattenti “, ma che fu, per questo, un periodo di grande fermento spirituale, filosofico. La guerra, fra i vari stati, ebbe termine allorché uno di essi, lo stato di C’in, da cui il nome Cina, sconfisse l’ultimo avversario ed unificò la Cina, gettando le basi del grande impero.

La storia e gli eventi, prima del 221 a.C., ricordano quelli della Grecia Antica, con le continue lotte tra Sparta, Atene, Tebe. Dopo tale data, il paragone va fatto con l’impero Romano di Occidente ed di Oriente. Ma a differenza di questi che scomparvero per far posto ai vari stati moderni, la struttura dell’impero cinese, basata sui cardini dell’imperatore e della burocrazia, rappresentata dai mandarini, si è conservata sino ai primi del 1900.

Durante la sua lunga storia, l’impero cinese ha conosciuto, ovviamente, epoche di splendore ed epoche di decadenza; Furono epoche di splendore, quelle delle dinastie Ch’in, Han, Tang, Sung e Ming, durante le quali le lettere e le arti fiorirono in modo particolare. Di decadenza politica quelle dei “Tre Regni”, in cui la Cina; divisa, dovette lottare contro dei barbari invasori. Per due volte, la Cina, infatti, fu soggetta agli stranieri: ai mongoli, fondatori della dinastia Yian, ed ai mancesi, fondatori della dinastia Ch’ing, periodo nel quale i confini dell’impero raggiunsero una estensione mai vista, e le lettere e le arti fiorirono come nelle altre gloriose epoche.

A partire dal 1842, data che segna la fine della Guerre dell’Oppio (1839-1842), e l’inizio del commercio della Cina col mondo occidentale, comincia la trasformazione, e disintegrazione del vecchio mondo cinese. Nello spazio di questo periodo, durato più di un secolo, crollano i vecchi costumi, le vecchie istituzioni, tutta la vecchia cultura, sotto la spinta di nuove idee, provenienti dall’occidente.

Al confucianesimo, che aveva costituito, per secoli, il fondamento politico e spirituale dell’impero cinese, si sostituirono i nuovi credo stranieri. E, dopo la seconda guerra mondiale, ebbe inizio la trasformazione del mondo cinese su basi talmente diverse, da far impallidire quelle operate nel 221 a.C., dal primo imperatore.

Fondamentale è, infatti, la figura di questo imperatore, Ying Zheng, re di Quin, che pur avendo regnato per pochissimo tempo, al 221 al 206 a.C, con il nome di Shi Huang, diede vita al primo impero. Il mausoleo che si fece costruire, ha custodito, per 2200 anni, la scoperta archeologica più sorprendente della Cina. A difesa eterna dell’imperatore, perciò nell’interno della sua tomba, furono messe 8000 statue di terracotta colorate, raffiguranti ufficiali e soldati, fanteria con archi veri, balestre automatiche, alabarde, cavalieri, reparti di carri ed uomini addetti ai supporti logistici.

Il mausoleo, scoperto per caso, nel 1974, ai piedi del monte Li Shan, nelle zone dello Shanxi, si estende per 56,25 kmq ed una altezza di 115 metri Gli antichi cinesi sostenendo che, dopo la morte, l’anima non veniva meno ed errava tra cielo e terra, facevano si che il defunto dovesse ancora possedere tutto ciò che aveva avuto in vita.

Il Mausoleo di Qui Shi Huang, costruito , in base a questa concezione, ed ancora in fase di esplorazione, costituisce ora l’ottava meraviglia del mondo ed è stato messo sotto tutela, come patrimonio dell’umanità.

Si narra che, alla costruzione del sepolcro, parteciparono settecentomila lavoratori, Si scavò il suolo sino all’acqua, vi si colò del bronzo e si mise il sarcofago, riproducendo gli edifici di tutte le amministrazioni. Il figlio del sovrano, Eul Sce, ordinò che le donne dell’imperatore, che non avevano avuto figli, lo seguissero nella morte. Al termine dei funerali, quando la bara fu calata, e chiusa la via centrale che portava al sepolcro, si fece cadere la porta dell’entrata esterna e vi si chiusero tutti coloro che erano stati impiegati come operai o artigiani, di modo che non potessero rivelare quanto era celato nella tomba. Sul tumulo venne posta della vegetazione, in modo da farlo somigliare ad una montagna. I cinesi sono convinti, infatti, che se qualche cosa va male, è perché i loro avi non sono contenti. Era meglio, quindi, non disturbare lo spirito del grande Imperatore.

Quin Shi Huang Ti, uno dei tiranni più feroci che siano vissuti, ricordato come il tiranno che ordinò di bruciare tutti i libri, compresi quelli di Confucio, fu, però, il fondatore della civiltà cinese, patrono dei medici, dei fabbri, inventore dell’allevamento del baco da seta e dell’industria tessile dei caratteri della scrittura e della matematica, grande condottiero per aver concepito l’arte della guerra, dando alla Cina i suoi confini naturali, iniziatore della costruzione della Grande Muraglia, riunendo le fortificazioni isolate, costruite in precedenza, riformatore del sistema monetario, introducendo la moneta, riformatore della distanza fra le ruote dei carri, in modo da facilitare i trasporti. Nel suo periodo, iniziò la produzione industriale del ferro, utilizzando gli altiforni che l’Europa introdusse solo nel periodo feudale, verso il 1200.

Sotto Huang Ti, furono ideati i caratteri mobili per la scrittura, che potevano essere colati in stampi, trasformandoli in una specie di codice per tutti.

Onorato come un”Figlio del Cielo”, conosciuto come “l’imperatore giallo”, fece costruire tre “miracolosi  tripodi ” che, si dice, ricevessero segali radio. Le leggende dicono che sali la cielo cavalcando “un drago”, o “dragoni volanti” quegli stessi menzionati nei documenti del 1500 a.C., secondo i quali i re cinesi discendevano dalla stelle.

Si potrebbero aggiungere tante altre leggende, ma una cosa è certa che sin dal 105 a.C., crearono la carta, che la polvere pirica era una loro prerogativa, come anche la seta, l’agopuntura, e varie arti marziali e che furono nelle scienze più avanti dell’Europa, di moltissimi secoli.