L’Anno Bisestile e la Misurazione del tempo

La misurazione del tempo è stata la prima scienza esatta dell’antichità. Un modo era quello di tener conto dei giorni trascorsi, segnando una tacca al giorno su un tronco d’albero, ma non era un metodo pratico per i mesi e le stagioni. Ci si accorse, invece, che la Luna scandiva il passare del tempo, con altrettanta regolarità della luce e delle tenebre. La Luna fu così la chiave del primo sviluppo di molti calendari.

Considerando che le unità base del calendario sono tre: Il giorno, il mese e l’anno, corrispondenti a tre fenomeni astronomici, rispettivamente alla rotazione giornaliera della Terra, alla rotazione della Luna, ed alla rotazione della Terra intorno al Sole, dobbiamo inoltre considerare che, anche acausa maree, il giorno fu aumentato di circa 1,6 millesimi di secondo per secolo, avendo questo risultato:

Il cambiamento dell’anno di quattrocento giorni a soli trecentosessantacinque giorni ed un quarto, e l’allungamento del giorno dalle 22 ore. alle 24 ore

Tra il giorno sidereo ed il giorno solare, oggi viene usato il giorno solare medio, basato su un Sole fittizio, in modo che possa coincidere con la posizione del Sole verso gli equinozi ed i Solstizi. Per quanto riguarda la durata dell’anno, al posto dell’anno siderale, si è deciso di scegliere l’anno tropico che segue meglio l’alternarsi delle stagioni, ed il tempo che la terra impiega per attraversare due volte –consecutive- la linea degli equinozi.

Il mese è tale nel passaggio da una fase di luna ad un’altra, per la durata di un numero non intero, cioè fra 29 e 30 giorni. Considerando che le rivoluzioni della Luna intorno alla Terra richiedono solo 354 giorni, si avrà uno scarto di circa 10 giorni circa, rispetto l’anno tropico di 365 giorni ed un quarto di giorno.

In un momento imprecisato del paleolitico, forse 28000 anni fa, si scoprì, da parte degli antichi scrutatori un vero orologio, il calendario naturale : la Luna. Si osservarono le sue fasi : Luna crescente, Luna piena, Luna calante. In seguito l’astro notturno spariva per circa tre giorni per poi riprendere il suo giro. L’intero ciclo durava poco più di 29 giorni. Non fu difficile riconoscere, in questo periodo, la stessa durata del ciclo ormonale della donna e, quindi, raggiungere il convincimento, che tra la Luna e la Donna, ci fosse una correlazione funzionale.

Ne è, a comprova, la Venere di Lespugne, nella Garonna Francese, donna in maternità. Dal suo posteriore partivano 10 linee le quali suggerivano i 10 mesi lunari della gestazione. Era così nato il concetto di mese e, come in molte civiltà, il conteggio del tempo era affidato, solo ai sacerdoti ed agli astronomi.

Gli antichi Egizi usavano tre tipi di calendari : il calendario agricolo, ossia il calendario solare per tutti i giorni, un calendario astronomico ed un calendario lunare, il primo ad essere ideato, circa 6000 anni or sono. Gli Egizi furono anche i primi ad usare lo gnomone, un oggetto che, illuminato dal sole cambiava la sua ombra durante il giorno. A questo scopo furono edificati gli obelischi, e, quando il cielo era nuvoloso, veniva usata la clessidra. Gli Egizi furono anche i primi a suddividere il giorno in ragione dei rituali dei grandi templi, ed i primi a creare un calendario solare nel 4000 a.C., basato sul moto di rivoluzione della terra.

L’unica differenza tra i due calendari stava che, in quello lunare, la esposizione era di 354 giorni, con mesi alternati di 29 e 30 giorni. Ogni tre anni, quindi, veniva aggiunto un mese intercalare.

Nel calendario solare, invece, l’anno consisteva di 360 giorni, a cui, alla fine, se ne aggiungevano cinque, chiamati epagomeni , considerati come i compleanni delle divinità più importanti.

Anche lo Zodiaco deriva da questa civiltà e fu sviluppato dagli astronomi durante il periodo faraonico, ripreso poi, successivamente, in epoca Greco-Romana, dai Romani,. Ai Babilonesi però, il merito di aver utilizzato la prima meridiana. Essa aveva la forma di un orologio, riproducente, a rovescio, il cammino del sole.

Ma veniamo al Calendario Romano, o Romuleio, del 751 a.C., fatto di 304 giorni, diviso in 4 mesi di 31 giorni, e 6 mesi di trenta, saltando i due mesi più freddi, in cui non si svolgevano lavori nei campi.

Tra l’VIII ed il VII secolo a.C. venne fatto il calendario Lunare di dodici mesi, attribuito a Numa Pompilio, che i Romani usarono sino al 46 a.C. .

L’anno iniziava a Marzo, in onore di Marte, con la Luna Nuova, e questo giorno era chiamato Calendae, da cui il Calendario. In quel giorno il Pontifex Minor convocava il popolo sul Colle Capitolino, per annunziargli l’inizio del mese.

Ogni mese era, poi, costituito da tre parti : Il primo del mese, dal nome Calende. Il quinto, se il mese di 29 giorni, o settimo giorno se il mese di 31, dal nome none. Il 13° giorno, se il mese di 29 giorni, o 15° se il mese di 31, dal nome Idi.

La grande confusione, che si era creata nel calendario Romano, spinse Giulio Cesare, nel 46 a.C. a chiedere aiuto agli Egiziani, si dice anche con l’indicazione di Cleopatra. Il calendario romano, infatti, risultava spostato di tre mesi rispetto al calendario solare, nel senso che la primavera capitava a gennaio, in pieno inverno, invece che a marzo. Si rivolse, pertanto, a Sosigene, astronomo egiziano di Alessandria, che regolò il tutto, portando all’anno egiziano di 365 giorni un giorno intercalare (bisesto), ogni 4 anni che aggiunse al mese di Febbraio, in modo da accordare l’Anno solare con l’Anno Civile. Sosigene, inoltre, calcolò la lunghezza dei mesi con 30 e 31 giorni, tranne febbraio. Alla morte di Cesare nel 44 a.C., il mese Quintile fu, in suo onore ribattezzato Iulius (Luglio). Nel 12 a.C., quando Augusto assunse la carica di Pontefice Massimo, corresse un errore interpretativo per negligenza, ribattezzando il mese di sestile, col suo nome.

Il 4 Ottobre 1582 entrò in vigore il Calendario Gregoriano. La riforma di Gregorio XIII si fece necessaria, perché Sossigene aveva sbagliato, anche se di poco, i calcoli della durata del’anno. Il minuto, accumulandosi, aveva causato un grosso sfasamento.

Il Papa andò a dormire, quindi, il 4 Ottobre, e, per ovviare allo sfasamento, si risvegliò, il giorno dopo, col 15 0tt8bre di calendario. Il primo ad usare tale data, fu il monaco Dionigi il Piccolo, nell’anno 525.

Si ritiene, oggi, che anche questi conteggi fossero sbagliati , per cui la nascita di Cristo sarebbe da retrodatare al 6 o 7 a.C.. Molto posteriore sia stata, poi, l’idea di usare l’Era Cristiana anche per gli anni a.C. La scelta, invece, di cominciare dall’anno uno a.C. all’uno d.C. è stata attribuita al teologo Francese Denys Pètau (1583-1652).

Perché anno Bisestile o Bisesto? L’anno dal punto di vista astronomico è composto di 365,2419 giorni, ossia 365 giorni, cinque ore, 48 minuti , 45 secondi. Minuti e secondi che, ogni 4 anni, formarono un giorno in più, e a fine di ogni secolo, se questo divisibile per 400, un altro giorno in più.

Per la cronaca, l’anno si chiama bisesto perché in Roma, anticamente, al mese di febbraio si aggiungeva un sesto giorno prima delle Calendae di Marzo.