I Giorni di Carnevale nel Molise

Sembra che, meteorologicamente, il tempo diventi più primaverile, il che potrebbe consentirci di partecipare a qualche manifestazione Carnevalesca.

Si tratta di passeggiate guidate nei posti di seguito indicati.

Campobasso, infatti, dal 23 al 26 Febbraio, ospiterà la prima esibizione europea, in collaborazione delle maschere zoomorfe, evento organizzato dalla Società Artemide, in collaborazione del Diavolo di Tufara, l’uomo Cervo di Castelnuovo, Orso di Jelsi, la Carrese di Larino.
Si tratta delle più antiche forme di mascheramento, quando l’uomo primitivo abitava nei boschi e nelle selve, di fronte agli animali.
Il richiamo è grande, grazie alla presenza di gruppi mascherati provenienti dalla Basilicata, molti dalla valle d’Aosta, dalla Slovenia, dalla Croazia, dalla Sardegna grazie alla Associazione Artemide, associazione culturale nata a Firenze, senza scopi di lucro, e la prenotazione degli iscritti a Pago Vaiano di Benevento, tel. 3519401614. In merito è già nata ad Isernia l’app. Artemide che il giorno 25 Febbraio prevede 250 figuranti.

I Paesi sono Castelnuovo al Volturno, Jelsi, Tufara, la Carrese di Larino.

Uomo cervo

Castelnuovo al Volturno.
Durante la seconda guerra mondiale, la frazione di Rocchetta, nell’ottobre 1943, venne rastrellata e occupata dai tedeschi in vista dei combattimenti sulla Linea Gustav, che passava per Castelnuovo, evacuando i civili verso il Nord Italia. I tedeschi effettuarono le requisizioni di derrate alimentari e di bestiame, e il 27 ottobre disposero l’evacuazione di tutta l’area entro cinque giorni. Dopo l’ultimatum, chiunque si fosse trovato in quella zona sarebbe stato passato per le armi. Accadde così che il 14 ed il 16 Novembre, furono uccisi due anziani coniugi che non avevano voluto lasciare l’area interdetta. Al termine dei combattimenti, i rimanenti, con gli alleati che stavano combattendo nella zona, con il Corpo Italiano di liberazione degli Alpini del battaglione Piemonte, si concluse la battaglia di Monte Marrone. Il paese fu distrutto per consentire alla sezione propaganda di girare un documento di guerra, a testimonianza di quanto fossero stati cruenti i combattimenti. Gli abitanti furono costretti a ricostruire, pietra su pietra, ogni propria casa. Nacque così il rito dell’Uomo Cervo. Il cervo era l’animale sacro di Artemide, in italiano Diana.

Il paese distrutto per una ripresa cinematografica

La sera dell’ultima domenica di Carnevale in piazza si radunarono diversi personaggi che diedero vita ad una pittoresca pantomima con il Cervo, il Martino ed il cacciatore. Il rito del Cervo coperto di pelli di capra, con volto e mani, dipinte di nero, il copricapo anche di pelle nera, vistose corna di cervo e campanacci legati intorno al corpo, che scese fra la gente del paese, distruggendo tutto ciò che, in folle e sfrenata corsa, si incontrava davanti. Giunse Martino, armato di un robusto bordone, che l’affrontò in duello. Giunse alfine il Cacciatore che con due colpi di fucile ferì non mortalmente anche la cerva che stava col cervo.
Mentre il cervo e la cerva lasciarono il paese per tornare in montagna, un grande falò venne acceso nella piazza, con canti e balli.
La Ballata fu allietata da un particolare sottofondo musicale invitante al ballo.

Uomo orso

Il rito dell’uomo Orso.
La ballata dell’Uomo Orso è il rito ancestrale legato alla rinascita della primavera.” U Ball dell’Urz “, secondo gli studiosi, si colloca tra i riti propiziatori del Carnevale. Un Orso proveniente dal bosco, che corre per le strade ed impaurisce gli abitanti di Jelsi, è questa la tradizione della ballata dell’Uomo Orso, il rito ancestrale legato alla rinascita della primavera. Tale tradizione, per alcuni, si colloca tra i riti propiziatoria del Carnevale, e trova in cerimonie invernali di fertilità, nella visione contadina della morte come condizione perché la natura possa tornare alla vita in attesa di abbondanti raccolti.

Diavolo di Tufara

Diavolo di Tufara: caratteristico rito del martedì grasso.
La parola carnevale, che deriva dal latino, eliminare la carne, indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno di carnevale, martedì grasso, e si associa ai grandi eventi di Venezia, Cento, e molti altri posti. La sua origine, in Italia, affonda le sue radici in tempi ancestrali di riti pagani, addirittura ricondotti al diavolo.
Questo aspetto rituale, pagano, primitivo, magico e quasi sciamanico, lo si può ritrovare e rivivere in alcuni altri paesi molisani.
E’ il Diavolo di Tufara un essere che correndo per le vie del paese incute a tutti timore, urlando e dimenandosi.
Il Diavolo indica una arcaica maschera carnevalesca che, come vuole la tradizione, spunta all’improvviso tra i vicoli del paese, palesandosi tra corse, salti, danze ed acrobazie sfrenate che suscitano un timore reverenziale per la sua figura aliena. Indossa sette pelli di capra che, secondo i riti pagani, era l’animale cui era solito manifestarsi la divinità, impugnando un tridente, con un volto diabolico rosso fuoco, occhi sgranati, denti digrignati, orecchie a punta.
La vera origine e il significato di questa figura si perde nella notte dei tempi. Forse rappresenta il capo degli inferi richiamato sulla terra da riti pagani. E’ il significato di questa danza, nella quale i nostri antenati intuivano la fine dell’inverno, la morte di Dioniso, dio della vegetazione.
Il diavolo non è solo nelle sue esibizioni contorte. E ‘preceduto dalla morte che rappresentava la purificazione del seme che muore per dar vita alle nuove piante e al futuro raccolto.
Non a caso, questa figura è armata di falce che viene fatta volteggiare evocando il gesto dei contadini che mietono il raccolto, con il canto che cadenzava il loro lavoro.
I folletti trattengono il diavolo con le catene e lo trascinano per le vie del paese, cercando di tenerlo a bada per la sua foga, ma egli cerca di svincolarsi, rotolandosi per terra.

Carnevale di Larino

Il Carnevale di Larino
Il Carnevale di Larino, riconosciuto come uno dei 27 Carnevali storici dal Ministero per i beni e le attività culturali il 18 Febbraio del 1956, con la bellissima sfilata dei carri allegorici realizzati da più esperti professionisti che già da molti anni usavano la cartapesta per i personaggi più famosi nella nostra regione, a livello nazionale. Per il loro festeggiamento, e la loro bellezza, arrivano a toccare i 6 metri, ossia quasi giganteschi. La ricorrenza, poi, trae le proprie origini dai Saturnali della Roma antica e dalle feste Dionisiache del periodo greco.

Carro con personaggi famosi

Le origini di questi festeggiamenti iniziarono dall’ottocento che, con le attuali luminarie del periodo natalizio, rendono il paese il più invitante.
I primi festeggiamenti risalgono all’VIII secolo quando veniva organizzato un banchetto con tanti cibi e bevande prima del digiuno. Veniva sovvertito l’ordine sociale e si nascondevano le identità celandosi dietro una maschera.

Buone passeggiate.