Le radici dell’Europa

Più volte, a buon diritto, si è parlato, delle sue radici, nella costituzione di quella futura Europa, composta di 25 paesi.

Una domanda, però, è d’obbligo. Cos’è l’Europa? È un continente? E dove sarebbero i suoi confini? Nessuno, infatti, lo può dichiarare, perché l’Europa è fatta soprattutto di storia, di quella che nasce da Roma, sulle profonde radici della Grecia e, successivamente, della Palestina. Nei libri, è scritto che, la “Grecia capta, captavit Romam”, ossia la Grecia conquistata con le armi, conquistò Roma, con la cultura.

Ed il continente, di cui farebbe parte, sarebbe l’Eurasia, o è solo una propaggine dell’Asia?

Ed una Europa che non avesse consapevolezza delle sue radici, non potrebbe essere mai anche un soggetto politico, sarebbe solo un grosso mercato economico.

Indubbiamente, per i consumatori, l’economia di mercato sarebbe sempre conveniente, ma l’economia ha sempre bisogno di essere governata da valori politici, religiosi, culturali, per dare , alla costituenda Europa, una convincente identità.

Cominciamo, quindi, col dire dove comincia e dove finisce? Perché, ad esempio, la Siberia non appartiene all’Europa, sebbene sia abitata da Europei?

Dove sono i suoi confini Russi? Quali isole sono dell’Europa, e quali non lo sono?

In maniera, solo del tutto secondaria, è, perciò, un concetto geografico. Come continente, in termini fisici, non è delimitabile. E’ una realtà storico-culturale, che ha ancora bisogno di creare l’uomo europeo. In nessun luogo, infatti, i semplici trattati hanno creato vere comunità, al massimo, le hanno dato un nome.

In realtà, la vera “costituzione” europea fu, quel costituititi, di fatto, i maggiori popoli d’Europa, addirittura prima dell’età del bronzo, in pieno neolitico. Le infiltrazioni indoeuropee, di Ittiti, diretti antenati dei nostri popoli, sono da datare , infatti, nel V- millennio a.C., probabilmente da quel bacino antropologico situato tra il mar Nero ed il Mar Caspio nella zona baltico-lusaziana, divenendo poi le popolazioni Germaniche, Italiche, Elleniche, provenienti dal mare e dal Danubio

Il suo nome, è d’obbligo ricordarlo, deriva dal nome della figlia di Agenore, mitico re delle città fenicie di Sidone e Tiro, la principessa Europa, rapita, per la sua bellezza, da Giove che, nell’occasione, si era trasformato in bianco toro.

Naturalmente, chi parla dell’origine dell’Europa, non può che rifarsi allo storico greco Erodoto (484-425 a.C.), che fu il primo a definirla come concetto geografico, scrivendo i Persiani considerano, come cosa di loro proprietà I’Asia, ed i popoli barbari che vi abitano, mentre ritengono che l’Europa, ed il mondo Greco, siano un territorio a parte, di cui non poteva descrivere i confini, in quanto non ancora conosciuti.

Solo con la formazione degli stati ellenistici, e dell’impero Romano, si formò quel continente che divenne base della successiva Europa, ma che aveva altri confini: erano tutte terre intorno al mar Mediterraneo, chiamato dai Romani Mare nostrum “, le quali, in virtu dei traffici, dei commerci, dei legami culturali, formavano, nell’antichità, un vero e proprio continente.

L’avanzata trionfale dell’Islam, nel VII e VIII secolo, tracciò un vero confine, nel Mediterraneo, sicché, quello che era considerato un solo continente, si suddivise in Asia, Africa ed Europa, determinato da un nuovo spazio comprendente la Gallia, la Germania, la Britannia, sino alla Scandinavia.

L’impero romano, poi, trasformato dalla fede cristiana, defini tutta quella compagine di popoli e di stati che, successivamente, per opera di Carlo Magno, si composero, in contrapposizione al pericolo Turco: il Sacro Romano Impero.

Ma, millenni prima, fu soprattutto la grande migrazione illirica che esercitò un influsso profondo nella storia del mondo d’allora: Atene e Sparta, per la Grecia, Roma per I’Italia, vanno consideratte le vere radici dell’Europa.

In primis, la cultura greca, che, per la sua forma mentis teoretica, sviluppò la filosofia, dalla quale scaturirono le prime forme di scienza.

In secondo luogo, la scoperta, sempre greca, dell’uomo come psiche, intesa come capacità di intendere e di volere, racchiusa in un corpo che Platone, assimilò ad una prigione, ad una tomba.

In terzo luogo, come fondamento, il Cristianesimo, senza il quale l’Europa non sarebbe quella che è, in quanto il corpo assurse a tempio dello spirito obiettivo di Cristo che, per questo, si immolò sulla croce.

Platone diceva che uno stato non è che un immagine ingrandita dell’uomo, in quanto un vero stato si forma solo nell’interiorità e nell’anima dell’uomo, per cui, in futuro, si dovrà ancora formare una unica coscienza culturale e spirituale, europea.

In altri termini, la “casa Europea” non può sussistere se non si sente “europeo”, colui che la abita.

Ed, ovviamente, non bisogna dimenticare l’aiuto esterno di altre civiltà. Verso l’anno mille, dopo la caduta dell’Impero Romano, l’Europa era, infatti, ancora immersa in una fase di profonda arretratezza, con i Goti, i Visigoti, gli Ostrogoti, i Longobardi, i Franchi, i Normanni.

Una possente ondata di civilizzazione, di scienza, cultura, proveniente dal mondo islamico, cominciò a riversarsi sulle popolazioni europee, proiettandole verso le conquiste dell’Umanesimo, delle rivoluzioni scientifiche di Galileo, Keplero, quasi un vero travaso: Cifre indo-arabiche, medicina, ottica, traduzioni della fisica di Aristotele, da parte di Averroé, l’Andalusia in Spagna, la Sicilia, in Italia.

Questa, dalle origini, l’evoluzione, di quello che, ancor oggi, dal punto scientifico, è il territorio con maggior storia, cultura, progresso tecnologico.