Il Molise che non esiste

I Castelli del Molise.

Il Molise che non esiste, è solo il parto della immaginazione del noto fumettista Leo Ortolani, che si servì, come alibi, di incendi di chiese, spacci, di delitti. I Carabinieri non gli credettero, e fu costretto ad emigrare, per salvare la vita.

E’ dopo la val d’Aosta, la più piccola vera regione di Italia, anche per popolosità. Nel 1963 si separò dagli Abruzzi. Con il 5% di comunità Arbereshe e Croati-Rom, è compressa tra Puglia , Campania, Lazio. Geograficamente, è l’ultima regione della Italia centrale.

Il Corona Virus, costringendosi a non andare fuori regione per il pericolo del Covid 19, ci sta facendo riscoprire tutte le bellezze di questa regione. Vi sono, circa 20/22 vedute tra castelli, torri, e ruderi, di un passato che è sempre interessante conoscere perché sono la nostra storia, ed infine ci sono molti altri posti da ammirare, di cui tratterò in un prossimo scritto.

Castello Acquaviva
Castello di Acquaviva d’Isernia

Cercherò di segnalare questi castelli e ruderi partendo dall’alfabeto, con qualche descrizione sommaria : Il castello di Acquaviva d’Isernia, fu costruito sotto la dominazione della famiglia Borrello, nel periodo longobardo, per essere a difesa del fiume Rio che nasceva da Rionero Sannitico. Fu ricostruito nel periodo della polvere da sparo e l’ultimo feudatario fu la famiglia Carmignani.

Castello Bagnoli
Castello di Bagnoli del Trigno

Castello Sanfelice in Bagnoli del Trigno, molto bello, chiamato la Perla del Molise, costruito. nel periodo normanno, su una massa rocciosa ad 800 d’altezza, a difesa del fiume Trino. E’un castello suggestivo, ma aperto solo a Ferragosto ed altre poche volte l’anno. Tra gli ultimi feudatari ricordiamo la Famiglia Davalos.

Castel Monforte
Castel Monforte

Castello Monforte, d’origine normanna, ricostruito nel 1100 dal conte Ugo, su un antico insediamento sannitico, a 800 metri d’altezza, in sostituzione di una antica torre a difesa della transumanza, conservato dai Longobardi. In effetti può definirsi un mastio, ossia una fortificazione, che fu ricostruita dopo il terremoto del 1456 dal Cola Monforte Gambatesa, figlio di Giovanna di Celano, condottiero e Conte princeps, in quanto poteva battere moneta. Il castello fu adibito, però più spesso a carcere. E’collegato per un passaggio sotto terra di più chilometri alla chiesa di San Giovannello, fuori la Campobasso di un tempo

Castello Carpinone
Castello Caldora di Carpinone

Castello Caldora di Carpinone. Costruito verso l’anno mille nel periodo normanno, fu ricostruito dalla famiglia d’Evoli, ma raggiunse il massimo splendore sotto il condottiero Giacomo Caldora, grande combattente per aver vinto il Condottiero Braccio di Montone. Caldora, angioino, fu sconfitto dagli Aragonesi solo per essere stato tradito da Paolo di Sangro, suo allievo. Ma gli fu riconosciuto il valore, lasciandolo al suo posto. Il castello, imprendibile e molto bello, specie nell’interno, è ancora in vendita perché il comune, o la Sovra Intendenza, non hanno i mezzi. Prezzo richiesto, infatti, un milione di euro.

Castello Castropignano
Castello d’Evoli di Castropignano

Castello d’Evoli a Castropignano. Costruito verso la metà del XIV secolo dal normanno Giovanni d’Evoli, nobile Barone di Frosolone, in posizione dominante, a strapiombo sulla vale del fiume Biferno, in prossimità di una struttura fortificata Sannita, per sorvegliare il tratturo dove passavano tutti gli armenti diretti a Lucera e le altre zone della Puglia. Aveva 365 camere ed era molto fastoso. E’ Stato acquistato dalla Sovraintendenza, per ricostruirlo, in quanto derubato dagli abitanti del paese, che lo avevano ridotto ad una rudere. Fino al 1900 era abitabile.

Castello Cerro al Volturno
Castello Pandone di Cerro al Volturno

Il Castello Pandone di Cerro al Volturno, il più bello del Molise, ancora abitato, visitabile a determinati orari, costruito su uno sperone di roccia, a picco sul Paese e sulla valle del Volturno. Il nome Cerro deriva dall’ albero secolare chiamato : Quercus Cerri. Fu costruito verso il 1440 da Federico Pancone e dai suoi discendenti E’ il più suggestivo dei Castelli Molisani, e si narra che i Pandone, nella corte del regno di Napoli , avessero la più bella carrozza, e fossero i nobili più eleganti.

Castello Civitacampomarano
Castello di Civitacampomarano

Castello angioino di Civitacampomarano. Questi è balzato agli onori internazionali perché ricco di storie e di tradimenti. Monumento nazionale e, per la perfezione della costruzione e delle sue linee, è il simbolo del vero castello da ammirare. La strada per arrivarci è piena di smottamenti ed interruzioni.

Torre Colletorto
Torre angioina di Colletorto

Torre angioina di Colletorto. Vero simbolo del paese che consente di guardare Il Gargano e la Puglia. E’ alta 25 metri e fu costruita verso il 1369 da Giovanna d’Angiò, su un precedente impianto normanno. Ha un trabucco dove venivano buttati i cadaveri dei soldati e dei prigionieri martoriati Il paese fu oggetto di barbarie ad opera di Luigi d’Ungheria. E’ proprietà del Comune dal 1959.

Fortificazioni Duronia
Fortificazioni di Duronia

Le Fortificazioni sannite di Duronia costituite da lunghe mura, ognuna di di metri 2 , sulla sommità di Civita, a metri 925, estese per 1 km, per un territorio di 70.000 metri, con dirupi scoscesi nello scopo di difendere la vicina città di Aquilonia che il Console romano Lucio Papirio Cursore, dopo aver razziato la zona, distrusse, incendiandola.

Castello Ferrazzano
Castello baronale di Ferrazzano

Castello baronale Carafa di Ferrazzano, antica Ferentino, a circa 900 metri, vera sentinella del Molise, di origine normanna, con vista stupenda, costruito verso circa il 1500, testimone di importanti eventi storici. Gli abitanti stanno scendendo a valle per essere più vicini al capoluogo.

Castello Fornelli
Castello di Fornelli

Castello vecchio di Fornelli. Più che castello si può definire un semplice borgo medievale, con case e chiese. Ma è di particolare pregio la piccola cappella delle famiglia Laurelli.

Castello di Longano
Castello di Longano

Castello di Longano. Purtroppo rimangono solo i ruderi, ma, nelle vicinanze, sono da ammirare il Santuario della Immacolata, la Fontana Fraterna, ed il Museo Nazionale del Paleolitico.

Castello Macchiagodena
Castello di Macchiagodena

Il castello di Macchiagodena, di origini Normanne, chiamato anche Terrazza del Molise, sorge su uno sperone di Roccia al margine del centro abitato, su impianti fortificati precedenti, contraddistinti da un leone sulla parte antistante, ove c’è una ampio parcheggio. Nella prima metà dell’anno 1000 fu residenza di Clementina figlia di Ruggiero, il normanno, Re di Sicilia, e moglie di Ugone, conte del Molise. Dai Normanni agli Angioini. Nel 1480 ai signori della Marna, e passarono a più proprietari, fino agli attuali Iorio- Frisari . Castello ricco di libri e documenti storici.

Castello Montenero di Bisaccia
Castello di Montenero di Bisaccia

Castello Montebello in Montenero di Bisaccia. Fu eretto da Carlo V per difesa dalle razzie dei Turchi. Al suo posto, ora, proprietà del Comune, c’è la torre voluta dal Barone Valante nel 1566, sopra l’antico Castello. Il feudo appartenne alla abbazia di Santa Maria a Caiano fino allo 851 ed infine venne distrutto dai saraceni Resistette, però all’arrembaggio dei Saraceni del 1712, con l’aiuto di forze venute da Vasto. Ora porta lo stemma dei Battiloro.

Castello Monteroduni
Castello di Monteroduni

Il castello Pignatelli di Monteroduni, di origine Longobarde, su antico territorio Sannita, domina con sue belle torri merlate la piana del Volturno. La fortezza fu costruita come ingresso al Contado del Molise, per difendersi dalle incursioni Saracene. Successivamente pagò caro l’intervento di Enrico VI a favore di Tancredi, e fu distrutto e raso al suolo. Ci fu, quindi, il periodo di Tommaso d’Evoli, ma molti terremoti cambiarono, una volta ancora, il Castello. La regina Giovanna D’Angiò, alfine, lo ricostruì in favore della nipote Giovanna di Durazzo. Ma nel 1668 passò alla famiglia Pignatelli, assumendo, da struttura militare, l’aspetto attuale di residenza civile, fastosa.

Castello Pescolanciano
Castello di Pescolanciano

Castello D’Alessandro di Pescolanciano. Dall’origine ci risulta una proprietà della Baronia della famiglia D’Alessandro, come difesa del locale tratturo. Ossia è una costruzione fortificata ed un ricordo di storie che travalicano i secoli, e svela intriganti vicende dell’Alto Molise e della Transumanza.

Castello Roccamandolfi
Castello di Roccamandolfi

Il castello di Roccamandolfi. Il castello sorge 1080 metri e fu costruito i primi anni del 1200. Fece parte con i longobardi della contea di Boiano. Con i Normanni della contea del Molise. Vi resistette, nel 1196, Ruggiero Di Mandra, personaggio eminente alla Corte Normanna, ai limite del possibile dall’assalto degli Svevi. Il particolare dimostra come fosse quasi impossibile penetrare in un maniero che era stato edificato proprio per la linea difensiva del Matese. Una conferma sarebbe giunta, qualche decennio più tardi, in un momento delicato per la storia del Regno.
Il conte Carlo Pannone, capostipite di una antichissima casata, conte del Molise, nel 1221 nonostante l’imperatore Federico avesse deciso che tutti i castelli fossero abbattuti, resistette al diktat e decise di uscire di notte dalla Rocca per riconquistare il Castello di Celano, lasciando la moglie Giuditta che si arrese solo per salvare i suoi soldati stanchi, ed ormai debilitati. La Rocca che sovrasta, da un colle inaccessibile, si conservata nella cinta muraria e nelle torrette cilindriche Il nome del paese, da Roccamaginulfi, venne modificato in Roccamandolfi.

Castello Rocchetta
Castello di Rocchetta al Volturno

Il castello Battiloro di Rocchetta al Volturno. Le sue origine vanno ricercate intorno al XII secolo, quando l’Abate Marino, di san Vincenzo al Volturno, indusse alcune famiglie provenienti da Atina, sua città natale, a trasferirsi nelle terre della Badia, esercitando il cosiddetto ius castellandi. La scelta dell’Abate, dopo la seconda ondata saracena, era motivata dalle ragioni di difesa dei territori della abbazia. La costruzione del castello rimase proprietaria della Abbazia sino alla fine del XIV secolo, periodo nel quale la famiglia Caldora si appropriò di molte terre. Ma ne perse la titolarità in seguito alle lotte angioine-aragonesi nelle quali Caldora fu punito da Alfonso I di Aragona, per aver tradito la monarchia, abbracciando la causa angioina: Ad Antonio Caldora successe Francesco Pandone, già conte di Venafro, sino al 1525. Da allora si susseguirono varie famiglie, ultima delle quali la Famiglia Battiloro sino al 1725.

Castello Termoli
Castello di Termoli

Il castello svevo di Termoli, rappresenta l’edificio difensivo più rappresentativo della intera costa molisana, Costruito intorno al XIII secolo, per assicurare al borgo una sicura difesa, sia dal mare che dalla terra ferma. Durante la dominazione longobarda, dato il numero sempre maggiore di aggressioni, gli abitanti dei piccoli feudi si difesero costruendo un recinto fortificato. Il terremoto del 1456 causò ingenti danni al castello che Ferdinando 1 di Aragona ne dovette provvedere alla ricostruzione, adattandosi alla nuove tecniche per le esigenze di guerra, e molte torrette furono costruite verso la Puglia e l’Abruzzo.

Castello Torella
Castello di Torella del Sannio

Il Castello Angioino di Torella del Sannio. Si trovava in cima al colle del Gigliome dove fu costruita la prima torre longobarda del IX secolo. Nel 1200 secolo fu fortificata come un vero castello dagli Angioini e poi dagli Aragonesi. Le tre torri angioine appartengono al periodo Aragonese. Nonostante molti terremoti, nell’1815 il castello passò dai Caracciolo alla famiglia Ciamarra. Ultima erede Elena Ciamarra, grande pittrice molto colta perché diplomata anche in Violino,

Castello Venafro
Castello Pandone di Venafro

Castello Pandone di Venafro. Il Castello è stato costruito su una originaria muratura sannitica, alla quale si sovrappose, successivamente una fortificazione romana. In epoca longobarda, nel decimo secolo, fu ricostruito. Dopo il terremoto del 1349, gli Angioini fecero aggiungere tre torri cilindriche ed il fossato e nel 1443 Francesco Pandone ottenne il castello direttamente da Alfonso di Aragona. Carlo V, in segno di riconoscenza nominò il conte Enrico, duca di Bojano. E’ un bellissimo maniero molto ben conservato e visitabile. Ad Enrico Pandone si deve il ciclo degli affreschi che il Conte amava raffigurare Offre, infatti, oltre ai suoi scorci panoramici, il castello offre sale con ritratti, a grandezza quasi naturale, ed in rilievo, dei cavalli che amava circondarsi , compreso il Cavallo di Carlo V.