Valori, famiglia, nonni

È un luogo comune asserire, da parte degli ultra cinquantenni, che, nell’attuale società, non ci sono più valori.

Ma noto che generosità, solidarietà sociale, libertà di religione, di parola, cura degli anziani, dei malati, dei bambini, eguaglianza tra uomini e donne, obbligatorietà dell’istruzione, amore per animali domestici, per la natura, la mancanza di maltrattamenti nelle carceri, la non ammissione della pena di morte, la condanna degli stupri, dei rapimenti, il raggiro da parte di sedicenti maghi, libere lezioni, sono conquiste di questi tempi.

Naturalmente, come in tutte le società, vi sono individui che non rispettano questi valori, esiste, in certe zone, della delinquenza che la società cerca invano di combattere, ma questa è storia di sempre.

Accanto a questo insieme di valori condivisi, vi sono delle differenze che fanno capo, da una parte alla tradizione cattolica, dall’altra alla tradizione illuministica o dei lumi, che però è stata foriera di progresso, nei secoli.

Esempio, la tradizione cattolica suggerisce la castità matrimoniale, la fedeltà coniugale, la contrarietà all’aborto, alla prostituzione, all’eutanasia, alle manipolazioni genetiche, all incesto, alla pedofilia.

Con la corrente illuminista, anticlericale, che ha preso consistenza negli ultimi tempi, si assiste, però, ad un acceso scontro fra credenti e non credenti, cattolici e anticattolici, per cui non si sa quali sono i valori da adottare, anche perché i non cattolici, in nome di una libertà, l’uomo nasce libero, si fanno sentire in maniera pressante.

Prendiamo, come paragone, il matrimonio e la famiglia. Ho letto che, in Danimarca, la madre dovrebbe essere considerara solo una tutrice.

Penso, invece, che il matrimonio e la famiglia affondino le loro radici nella storia dell’uomo, nell’evoluzione della razza. Il matrimonio è la prima chiesa domestica e la famiglia è l’ambito privilegiato dove ogni persona impara a dare e ricevere amore. E’ peció un bene insostituibile per tutti i figli che sono frutto di amore, e non solo di sesso casuale.

Le religioni, è noto, hanno come fine quello di dare alle loro comunità condizioni di convivenza nel tempo, in base a validi, provati canoni etici, che l’epoca dei lumi non riconosce in quanto tutto dipenderebbe sempre dai valori della ragione, del progresso scientifico, con la liberazione dell’uomo dalla superstizioni delle fedi, dal’ignoranza.

Il primo illuminista fu, infatti, Galileo Galilei, costretto a rinnegare i suoi studi perché contrari a quanto scritto nella Bibbia, secondo la quale la terra aveva 4004 anni più di Cristo, ed il sole girava intorno alla terra.

All’illuminismo di fine settecento, si è aggiunto, però, ora, il relativismo, dal latino relatus (riferire, far riferimento), che è una posizione che mette in discussione, criticamene, ogni definizione di vertice. Non vi sono, cioè, verità assolute che siano giustificabili. Ogni verità è tale in relazione a qualcosa con la quale ha un rapporto. II che significa far dire, a qualche politico, che non c’è bene e non c’è male, c’è solo quanto conviene, perché non ci sono verità assolute.

Dovremmo, quindi, augurarci, civilmente, che, ai valori presistenti, fatti anche di superstizione, ipocrisia, ignoranza, definibili come tesi, si contrapponga l’antitesi illuministica, foriera di progresso scentifico, culturale, al fine comporsi in una sintesi capace di salvare quanto di meglio delle due concezioni.

Oggi, infatti, per esempio, si sta attraversando un momento critico, in cui non si é più costretti a legarsi in matrimonio ad un partner per sopravvivere, come accadeva in passato, ma a tutti è data la possibilità di dedicarsi anche alle emozioni. Ma questo può ingenerare insicurezza nei figli che non saprebbero di chi aver fiducia ed attendere Paffetto esclusivo.

Diversamente, non si avrebbero affetuosi nonni, garanti dell’affetto e della tenerezza di cui ogni essere umano ha bisogno, nel dare e ricevere, perché sono i veri nonni che offrano al piccoli la prospettiva del tempo, e sono memoria e ricchezza di ogni famiglia.

Certo una regolamentazione civile nel caso di unioni particolari, forse è necessaria, per eveutali problemi ereditari, ma equiparare un vero matrimonio ad una unione non eterosessuale, non sembra essere una giusta soluzione in quanto ogni eventuale adozione non sarebbe parte di loro stessi. E l’amore di una vera madre, di un vero padre, sono valori insostituibili. D’altra parte matrimonio deriva da “matri munus”, che può tradursi come compito di una madre, o dono di maternità, il che implica l’aiuto che luomo deve dare alla propria compagna, come da esempi in natura, che ve ne sona tanti. Nella cova, è il maschio che si preoccupa del cibo e della difesa della compagna nel nido.

Non vorremmo essere disattenti, ma nella evoluzione della società, tutto prosegue nel segno delle mutate condizioni di vita, di cultura, di progresso scientifico, ed i cambiamenti sono la via a nuovi valori, a nuove prospettive, per cui sarebbe utile trovare la soluzione più adeguata ai cambiamenti in atto, come i corsi d’acqua che, continuamente , scelgono il loro corso,secondo le mutate condizioni del terreno, e non scontrarsi muro contro muro, come ogni giorno ci è dato leggere sulla stampa.